mercoledì 4 maggio 2011

La Romania

Secondo la Banca mondiale circa 2,77 milioni i cittadini, a fine anno, avranno scelto di partire, tutti cittadini Romeni.
Uomini e donne, che dirigendosi in Italia, Spagna, Ungheria, Israele, Stati Uniti, Germania, Canada, Austria, Francia e Regno Unito, ricercando un benessere che il loro Paese non è in grado di offrire, o almeno in un periodo breve.


L’economia romena si ritrova in una crisi che l’ha travolta senza pietà. Nel 2009 il prodotto interno lordo è precipitato del 7,1 per cento e quest’anno ci si aspetta un altro segno negativo.


L'andamento, pessimo, dell’economia, ha trascinato con sé i conti pubblici e la nazione ha sforato il tetto europeo del 3 per cento nel rapporto deficit/Pil.

Per i cittadini romeni tutto ciò vuol dire principalmente tre cose:
 meno lavoro
 salari più bassi
 prezzi più alti 


Il tasso di disoccupazione è intorno all’8 per cento.
Nel cercare di salvare la nazione, il governo nazionale ha posto il Paese sotto uno dei piani di austerità più duri d’Europa: 
 taglio del 25 per cento dei salari dei dipendenti pubblici
 taglio del 15 per cento delle pensioni
 licenziamento di 350 mila persone
 tasse sugli interessi incassati dai depositi bancari
 tasse sui guadagni nel gioco d’azzardo e altre su auto di lusso e seconde case.
 aumento dell’Iva dal 19 al 24 per cento


Anche se questo piano di risanamento è stato contestato a causa della sua durezza, anche se i cittadini ne stanno pagando le conseguenze, la Romania ha dimostrato alla comunità internazionale la ferma volontà di risanare i conti pubblici, portanto cosi capitali stranieri, tantissimi capitali stranieri.

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