giovedì 28 aprile 2011

Muro della vergogna

Il muro è una protezione, è un tener su un tetto, è un posto dove appendere un quadro da ammirare, è sicuramente una cosa positiva, ma trasformarlo in un orrore è un attimo, è un voler dividere, è un voler coprire, è un volersi differenziare perché ci si crede migliori e diventa, il muro, uno strumento di costrizione, di limitazione, di offesa all'uomo e alla sua dignità.


Si parla tanto del Muro di Berlino, della sua costruzione, dei drammi che ha visto e che ha causato, si parla della sua caduta e del significato della stessa, si parla di ciò che è venuto dopo, di quello che ha permesso e di quello che ha evitato, ma non si parla mai di altri muri, altre divisioni che sono li, da tanto tempo e che pur con storie diverse, pur con fini (dicono) diversi, sempre muri sono, sempre stanno a limitare la liberà degli uomini.


La barriera di separazione tra Stati Uniti e Messico, detta anche Muro messicano o Muro di Tijuana, è una barriera (di sicurezza) costruita dagli Stati Uniti lungo la frontiera al confine tra USA e Messico. 
Il suo nome ufficiale, in Messico, è Muro della vergogna. 


Scopo del muro è quello di impedire agli immigranti illegali, in particolar modo messicani e centroamericani, di oltrepassare il confine statunitense.
Vorrei sottolineare che nessun uomo, in quanto tale, è illegale.


La sua costruzione iniziata nel 1994, voleva essere l'apice della realizzazione di un triplice progetto antimmigrazione: 
il progetto "Gatekeeper", ovvero "Operacion Guardian" in California, 
il progetto "Hold-the-Line" in Texas,
il progetto "Safeguard" in Arizona. 


La barriera, fatta di lamiera metallica, alta dai due ai quattro metri, per chilometri si allunga tra Tijuana e San Diego. 
Il muro è dotato di illuminazione ad altissima intensità, di una rete di sensori elettronici e di strumentazione per la visione notturna, connessi via radio alla polizia di frontiera statunitense, oltre ad un sistema di vigilanza permanente, effettuato con veicoli ed elicotteri armati, ribadisco, armati! 


Il confine, tra Stati Uniti e Messico, lungo 3.140 km, ed il muro attraversa territori diversi, aree urbane, deserti, montagne.
Come primo e più evidente risultato, il muro è stato causa di un numero enorme di tentativi di fuga verso gli Stati Uniti, è stato la storia di persone che hanno cercato di varcare illegalmente il confine, attraverso il Deserto di Sonora, valicando il Monte Baboquivari, in Arizona, dove persone comuni, hanno dovuto percorrere non meno di 80 km di terreni pericolosi ed inospitali. 
Tra il 2003 ed il 2004, più di 650.000 persone, seicentocinquatamila tra uomini e donne, in meno di un anno, sono state arrestate dalla Polizia di confine statunitense mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine e nello stesso tempo oltre 2000 persone sono morte mentre cercavano di attraversare il confine.


Questi uomini e queste donne, disperate, alla ricerca di un'alternativa di vita, di una possibilità di sopravvivenza, "i clandestini", per sfuggire ai controlli, tentano di attraversare il deserto dell’Arizona, dove la temperatura arriva anche a 50 gradi, sempre che non cadano vittima dei raggiri dei cosiddetti polleros, i contrabbandieri di vite umane.


I “traghettatori”, pagati cifre enormi per garantire l’ingresso negli Usa spesso derubano e abbandonano nel deserto questa povera gente. 
Non esistono cifre, ovviamente. Per alcuni sarebbero più di 1600 ma la stampa e la televisione hanno altre cose di cui occuparsi.


Tanto per aggravare la situazione già di per se disperata, "i clandestini" sono bersaglio, oltre che dei polleros, anche di predoni senza scrupoli, da proprietari terrieri statunitensi che hanno che si sono organizzati in ronde armate e pattugliano il confine braccandoli come animali. 


Questa gente ha anche un sito web, dove illustrano la loro attività. 


Dall'altro lato, quello povero, quello da cui si cerca di scappare, invece c’è un cimitero, con centinaia di croci di legno. E’ il “muro dei caduti”, dove i parenti possono piangere i loro cari che sono morti cercando una vita migliore. 


Incredibile ma vero, un muro divide due mondi, uno in cui un giorno di lavoro vale 60 dollari e uno in cui vale 5 dollari.
Da un lato di questo muro c'è una speranza, dall'altro lato solo disperazione, violenza e tanti John Doe.


















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